Salve a tutti miei cari amanti di storia dell’arte, spero ricordiate gli articoli su van gogh pubblicati nelle scorse settimane. Come avrete intuito, sono una grandissima appassionata della corrente impressionista e post impressionista. Per me c’è qualcosa di magico, che va oltre alla mera bravura tecnica, nel rappresentare le proprie impressioni o emozioni su di una tela. E quest’arte così travolgente e a tratti quasi disperata, che mi fa venir voglia di conoscere sempre di più, di approfondire e far mie certe nozioni. Spero che per voi questo sia solo l’inizio per un lungo cammino di scoperte. Permettetemi di guidarvi. Claude Monet, il pittore che ha dato il nome all’Impressionismo, è una figura centrale nella storia dell’arte. La sua ricerca incessante della luce e del colore ha rivoluzionato il modo di vedere e rappresentare il mondo. Claude Monet: inizia l’impressionismo
L’alba di un’epoca Claude Monet: inizia l’impressionismo
Nato a Parigi nel 1840, Monet si trasferì presto in Normandia, dove sviluppò un profondo amore per la natura e il mare. La sua infanzia trascorsa lungo le spiagge normanne e la conoscenza intima del mare e del mutevole clima normanno avrebbero influenzato profondamente la sua visione artistica.
Claude Monet: inizia l’impressionismo
Monet fu un pioniere nell’uso della luce e del colore, sviluppando un metodo di produzione di studi ripetuti dello stesso motivo in serie, cambiando tele con la luce o secondo il suo interesse. Queste serie, come le “Meules” e la “Cattedrale di Rouen”, furono spesso esposte in gruppi e mostrano la sua abilità nel catturare le sfumature della luce in momenti diversi. Il mondo che ci circonda, muta da un istante a un altro. E questo gli impressionisti l’avevano ben capito.
Giverny: il rifugio creativo
Nel 1883, Monet si stabilì a Giverny, dove creò un giardino che divenne la sua fonte d’ispirazione per il resto della vita. Qui, Monet dipinse le famose serie delle “Ninfee”, che rappresentano il culmine della sua ricerca artistica e l’apice dell’Impressionismo. Si racconta che continuò a dipingere, anche quando ormai stava per perdere del tutto la vista, mi chiedo quanto potesse amare l’arte una persona del genere.
Un’eredità immortale
Monet morì nel 1926, ma la sua eredità continua a vivere. Le sue opere sono esposte in tutto il mondo e continuano a ispirare artisti e appassionati. Monet non è stato solo un pittore; è stato un visionario che ha insegnato a vedere il mondo in una nuova luce. E se posso, ci ha insegnato che in questo mondo posso esistere anche più tipologie di luci. Che importanza ha se i vostri quadri non sono perfetti? Se i corpi non sono classicheggianti, o i colori realistici. L’arte dovrebbe imporre la nostra visione sul mondo, non il contrario. È questa la vera eredità dell’Impressionismo. E voi cosa ne pensate cari lettori di Pixelinea? Mi piacerebbe davvero confrontarmi con voi!