Bentrovati cari amanti di grafica, oggi sono qui per fare chiarezza su un argomento estremamente dibattuto. Parliamo di risoluzione, fidatevi se vi dico di leggere l’articolo fino in fondo. Purtroppo quando si parla di concetti come dpi e ppi, anche i grafici più esperti fanno confusione. Lasciando quindi i principianti nel caos più totale, ma noi di Pixelinea siamo qui per voi. E io mi occuperò personalmente di guidarvi in questa avventura, dopo la pillola sugli spazi colore eccomi pronta a parlarvi della risoluzione di un immagine digitale!
Cosa sono i dpi? Dpi e ppi
I dpi, o “dots per inch”, sono fondamentali nella stampa. Rappresentano il numero di punti di inchiostro che una stampante può posizionare su un pollice lineare di carta. Una risoluzione più alta in dpi significa una maggiore nitidezza e dettaglio dell’immagine stampata, con 300 dpi considerati lo standard per stampe di alta qualità. Ma questo valore di 300 dpi è sempre neccesario? La riposta è un enorme dipende, più avanti esploreremo diverse casistiche!
Ppi: la risoluzione digitale Dpi e ppi
I ppi, o “pixels per inch”, descrivono la risoluzione di un’immagine digitale. Indicano il numero di pixel presenti in un pollice di un’immagine visualizzata su uno schermo. “Un valore ppi più alto corrisponde a un’immagine più definita e chiara” o almeno è quello che leggere nella maggioranza degli articoli sul web, ma è forse vero? Assolutamente no! Se parliamo di immagini che finiranno su un sito web o sui social, la risoluzione espressa in ppi non ha alcuna importanza. È una sorta di non valore, per il web e i social generalmente comunque si utilizzano 72 o 96 ppi. Questi valori sono uno standard ormai conosciuto e consolidato.
Il mito dei 72 ppi per il web Dpi e ppi
Il mito dei 72 ppi per il web deriva dai primi monitor che avevano questa risoluzione. Oggi, la risoluzione dello schermo non è più legata a questa misura e ciò che conta è la dimensione dell’immagine in pixel. Indipendentemente dai ppi, un’immagine di 400×300 pixel avrà sempre le stesse dimensioni sul web.
La risoluzione ideale per la stampa
La risoluzione ideale per la stampa dipende dal formato e dall’uso finale dell’immagine, cioè a che distanza verrà visualizzata. Maggiore è la distanza maggiore dovrà essere il formato e quindi minori i dpi:
- Riviste patinate: 300 dpi
- Riviste/libri carta uso mano: 200 dpi
- Quotidiani: 100 dpi
- Poster: 100 dpi
- Riproduzioni fotografiche (foto-quadri): 600 dpi
- Immagini al tratto (contorni netti come un logo): 1200 dpi
- Billboard (manifesti stradali): 25 dpi
- Testi e logo: vettoriali
Sicuramente vi starete chiedendo, ma come? Un manifesto stradale a 25 dpi? Ebbene sì, a quella distanza il nostro occhio percepisce l’immagine come un immagine di qualità. È per questo che gli sfogliabili che teniamo in mano, a circa 25-30 cm dai nostri occhi, devono avere invece risoluzioni di almeno 300 dpi.
Conclusione: ogni pixel al suo posto
Capire la differenza tra dpi e ppi è vitale per ottenere risultati di qualità sia nel digitale che nella stampa. Se avete dei dubbi non esitate a scrivere qui sotto nei commenti, ricordate che grafici non si nasce ma si diventa! Un saluto da tutto lo staff di Pixelinea!