Sguardi, attimi ed emozioni
Avete mai pensato a quante persone incontrano i nostri passi solamente per brevi istanti, ogni giorno? per poi volatilizzarsi? Uno sguardo rubato camminando per strada, un’occhiata in una sala da cinema, un sorriso alla persona seduta accanto a noi in autobus; Per pochi istanti fate parte del ”mondo” di uno sconosciuto, qualcuno che molto probabilmente non vedrete mai più. È questo che succede a George e Meg, i due protagonisti di “Paperman”, il cortometraggio animato realizzato dai Walt Disney Animation Studios, vincitore del premio Oscar. Con una differenza importante: George riceve dal destino una seconda possibilità quando intravede Meg impegnata in un colloquio di lavoro nel palazzo accanto. L’unico modo che possiede per attirare l’attenzione della sua ”amata” è quella di lanciare aeroplani di carta.paperman corto animazione film
Il regista John Kahrs combina sapientemente in sei minuti tutto ciò che caratterizza l’animazione Disney: la storia d’amore, narrata nella sua semplicità e forse per questo straordinariamente efficace, due personaggi (lui, a cui sembra non andare nulla per il verso giusto, e lei, che è la freschezza e la tenerezza fatta persona) in cui lo spettatore si rispecchia all’istante, un racconto dinamico che ad ogni passo vuole sussurarci qualcosa. Impossibile restare apatici davanti ai due personaggi che rischiano il tutto per tutto soltanto per riunirsi un’altra volta ancora, in un crescendo di intensità e di emozioni accompagnato dalla splendida colonna sonora di Christophe Beck.
Il corto e la sua tecnica rivoluzionaria
“Paperman” è un corto rivoluzionario, che ha rinnovato il mondo dell’animazione. Quella di cui dispone è infatti una tecnica del tutto nuova, sviluppata proprio dai Walt Disney Animation Studios e chiamata Meander, dal nome del software. L’obiettivo è quello di prendere il meglio della computer grafica e del disegno a mano e unirli insieme in una tecnica completamente nuova. Prima di tutto gli animatori del reparto computer grafica (CGI) creano lo “scheletro” del personaggio, che viene poi rifinito dagli animatori del reparto animazione tradizionale (2D), disegnando con la matita direttamente sopra il modello in CGI. Meander però non si limita a questo: ciò che vediamo nel prodotto finito è la vera e propria integrazione tra le due tecniche; non è più CGI e non è più disegno a mano, a tratti è l’uno e a tratti è l’altro.paperman corto animazione film
I piccoli ”difetti” creano un grande risultato
Ovviamente si tratta di un’innovazione, che presenta i suoi piccoli problemi: nei primi piani, per esempio, il corto da l’illusione che i volti dei personaggi siano semplicemente disegnati a mano; su campo lungo, invece, l’illusione a volte si spezza, e la CGI prevale. Ma sono sottigliezze, particolari che saranno sicuramente migliorati con il tempo, e che non cambiano la verità dei fatti: “Paperman” ha le potenzialità per rinnovare il mondo dell’animazione.paperman corto animazione film
E il consenso collettivo si è già visto: “Paperman” ha non solo conquistato i cuori degli spettatori che hanno avuto il piacere di vederlo al cinema nel lontano 2012, proiettato insieme a “Ralph Spaccatutto”, ma ha anche colpito l’Academy, conquistanto meritatamente il premio di Miglior Cortometraggio Animato durante la notte degli Oscar. Ecco qui il corto:paperman corto animazione film
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